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Nelle Tue Mani

Recensione: Nelle Tue Mani

Di solito il cinema italiano racconta storie. Questo film di Del Monte racconta (ma non indaga) un personsaggio.

SCHEDA TECNICA

SCHEDA DVDMavi (Kasia Smutniak) è una bomba tenuta sotto pressione, perennemente pronta ed esplodere in faccia a chi, magari senza saperlo, stringe troppo la valvola.
Mavi è un’autentico concentrato di rabbia, frustrazione, angoscia, manie d’abbandono (in realta’ abbastanza consce), autolesionismo e allentamento del dolore a mezzo inflizione dello stesso. Tutte queste spaventose caratteristiche espresse dalla strepitosa Kasia Smutniak, futuro fertile del nostro cinema, grande attrice imperscrutabile tanto quanto mimentica e rappresentativa di tutti quegli universi femminili più complessi e complicati, sconosciuti alla maggior parte degli uomini. Come sconosciuta (ai più) è l’incomprensibile  voglia di maternita’ (che è bisogno di mettere al mondo qualcuno che dipenda da noi e non ci lasci mai), a cui segue il rifiuto e l’abbandono del nascituro, forse per via della sotterranea e subdola consapevolezza che solo a un figlio si può far ciò che si vuole senza rischiare di finirgli invisi. Un figlio è lì, e ci aspetta sempre.Mavi è una donna che non può vivere l’amore come (forse) vorrebbe, pur avendo incontrato il più paziente e compresivo degli uomini. Mavi non ce la fa perché è instabile, è fragile di una fragilita’ che parla con la voce di un piatto frantumato a terra, di un vetro rotto che emette suoni sordi e preoccupanti.Teo (Marco Foschi) è un astrofisico posato e razionale, e forse in questo il film trova la sua retorica meno avvincente e più consolatoria, allontanandosi dallo sperimentalismo vivace e torturante del (somigliante) Provincia Meccanica.Nelle Tue Mani è un film che riposa interamente sulla buona recitazione degli attori (anzi, della Smutniak), e solo il piacere autentico di vedere queste umanita’ realissime muoversi sullo schermo non induce ad abbandonare la visione, a fronte di una narrazione con non poche imprecisioni e qualche momento di noia, che segue un ritmo non propriamente frizzante. Salti temporali e di prospettiva imperdonabili, che smarriscono la forza della narrazione e tolgono potere agli eventi raccontati. Incongruenze di sceneggiatura, qualche scena feticcio inutile (lo spogliarello per strada di Mavi fa pensare ad una brutta copia della svestizione di Irene in Cuore Sacro di Ozpetek), o l’incrollabilita’ stoica di Teo, a delineare un contrasto decisamente troppo netto e manicheo con una Mavi sempre sul filo. Interessante la scelta di non farci conoscere il passato di Mavi, e lasciare che la donna si faccia dire in croato dal padre (forse incestuoso) le frasi più “rivelatrici”, ponendole dunque davanti ai nostri occhi come mistero non svelato. Impossibile invece pensare che il buon Teo in tanti anni non si sia mai preoccupato di indagare i trascorsi (evidentemente turbati) di questa donna scompensata, e accetti come dato di fatto incrollabile la malattia (o la stranezza) senza approfondire adeguatamente.Nelle Tue Mani: Solo recitazione. Forse non ne vale la pena.La Frase:  “… Io ti odio: sei tu che pensi alla rovescia e lo prendi come fosse amore…”, Marco Foschi, Nelle Tue Mani, 2008.

Anteprima Nelle Tue Mani

Nota: di Roberta Monno
Nelle Tue Mani

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