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Cous Cous

Recensione: Cous Cous

Dal regista Abdel Kechiche un nuovo film all’insegna delle difficoltà vissute dagli arabi in Francia.

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Il protagonista è Bejii Slimani, un sessantenne che perde il proprio posto di lavoro al porto di Séte perché non riesce ad adattarsi ai nuovi orari flessibili.
Si ritrova così insoddisfatto con una numerosa famiglia alle spalle che ancora gli è vicina, una ex moglie e una nuova compagna con la figlia, Rym. Non si arrende però decide di ristrutturare un vecchio peschereccio abbandonato per farne un ristorante il cui piatto principale è il cous cous con il pesce cucinato dalla sua ex moglie. Un impresa difficile perché ha bisogni di fondi, autorizzazioni che le autorità stentano a dargli… Bejii però rifiuta di arrendersi perché questo per lui è l’unico modo per riscattarsi dal fallimento agli occhi della famiglia e di se stesso, per sentirsi vivo pienamente. Il momento cruciale del film è l’abituale pranzo di famiglia a base di cous cous con il pesce cucinato dall’ex moglie.È un momento di gioia , tutti riuniti intorno ad un grande tavolo per gustare qualcosa di unico che ricordi la loro terra di origine.Bejii non partecipa più a questi pranzi però un abbondante piatto per lui c’è sempre e gli viene portato a casa dai figli. Dopo varie peripezie con l’aiuto della famiglia organizza un festa sulla barca per far degustare il prelibato piatto ma accade qualcosa di imprevedibile ed è Rym a dare il meglio di se per salvare la situazione. Il film è un piccolo spaccato della vita degli arabi in Francia fatto senza esagerare e cadere nel buonismo.
Nonostante ciò risulta un po’ lento e ridondante nei vari spezzoni di vita familiare in cui i protagonisti fanno lunghi monologhi che rendono lento lo scorrimento della trama. Gli attori come sempre in Kechinche non sono professionisti e proprio per questo conferiscono al film quel tocco di verità e ne fanno un perfetto squarcio della vita degli arabi francesi integrati nella vita marsigliese. La colonna sonora ben rende il pathos del film ma non ha un ruolo decisivo nella fruizione delle vicende. Un film interessante che con quel tocco di ridondanza in meno sarebbe stato perfetto.

Nota: di Debora Fusco
Cous Cous

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