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The Forgotten

Recensione: The Forgotten

Ecco a voi l’epopea dell’ormai spentissima rossa ex prodigio (o supposto tale) di Hollywood: una Julianne Moore incastrata in pellicole sempre peggiori (anche se questa mi sa che le batte tutte) in lizza per soffiare a Robert de Niro il titolo di “Attore che Va Salvato da Se Stesso”.

SCHEDA TECNICA

SCHEDA DVDDunque, The Forgotten racconta l’apparentemente intrigante storia di una madre che soffre per la scomparsa prematura del figlio, morto in un incidente 24 mesi prima.

A un certo punto scopriamo che la signora parrebbe vittima di una grande allucinazione (ma proprio grande), in quanto sono nove anni (a detta del marito e dello psicologo Gary Sinise, affascinante ormai come un cetriolo), che farnetica dell’esistenza di un pargolo in realta’ mai partorito.

Tutti lo hanno dimenticato, il suo Sam, tranne lei e solo la sua strenua forza sanguigna di mamma la terra’ in piedi a combattere contro un sistema (Cia, NSA, FBI e chi più ne ha più ne metta) che cerca di convincerla che le sue sono solo psicosi.
Julianne, allucinata come pochi, insiste nel voler cercare la verita’ e inizia a credere (eh si, ma anche io al posto suo lo avrei pensato subito) che il figlio se lo sono rapiti gli alieni!
Ebbene sì signori, in barba a Fox Mulder, nell’era post X – File, abbiamo ancora il piacere di visionare film sugli alieni.

E che piacere! La pellicola è distribuita male, inizia benino, lascia sperare che qualcosa accada in termini di originalita’ e suspanse, ma pressapoco dopo i primi trenta minuti capiamo che la Moore ha esaurito le espressioni facciali, e che il flm si appresta ad annoiarci mortalmente con musiche dal dubbio pathos, montaggio lineare e poco ritmato, flashback talmente scontati che paiono restituire un senso del racconto più cronologico che alternato, e non spezzano la narrazione (ovvero il contrario di quello che un flashback dovrebbe fare). La fotografia regala sensazioni dolciastre e patinate da melò in stile Lontano dal Paradiso, (sempre con la Moore, in confronto divinamente utilizzata).
Il povero Ciccio di E. R. appare costretto nel ruolo dell’incredulo marito, e ci lascia ben sospettare che dopo le glorie da serial tv si sia prostrato ad accogliere particine al minimo sindacale – e artistico- (che s’ha dda fa per campa’!).
La sceneggiatura prevede poi momenti assolutamente esilaranti di cui non scrivo per non togliere nulla al gusto dell’autolesione (ahahaah!), ma che non lasceranno indifferenti coloro i quali andranno  a vedere questo film a cinema, e ripenseranno languidi e nostalgici agli euri lasciati al botteghino.
Bene detto ciò mi auguro che la Moore sia in grado in futuro di riconoscere una sciocchezza quando la legge (lo avra’ visionato il copione prima di accettare ‘sto strazio, e che diamine! E cosa ha pensato quando è arrivata al punto in cui la poliziotta viene risucchiata fra i nuvoloni?
Wow, questo è un Oscar?
).The Forgotten: Coraggiosa (nel senso che ci vuole coraggio) scelta registica. Coraggioso anche lo spettatore.La Frase: “C’era una vita dentro di me, io sono una madre!” Julianne Moore, The Forgotten, 2004.

Nota: di Roberta Monno
The Forgotten

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