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Il Matrimonio E' Un Affare Di Famiglia

Recensione: Il Matrimonio è Un Affare Di Famiglia

Premio del Pubblico al Sundance Film Festival Il Matrimonio è Un Affare Di Famiglia strega la sofisticata platea canadese, oltre che la critica di ogni dove. 

SCHEDA TECNICA

SCHEDA DVDClubland (il titolo originale come sempre non c’azzecca un tubo con la trasposizione italiana), racconta una parentesi della vita scricchiolante e vagamente malsana di un minimo nucleo famigliare: Jean (Brenda Blethyn) è un’artista da retrobottega, un’infelice casalinga sola e sconfortata dai rimpianti di una carriera nello spettacolo mai decollata. Tim (Khan Chittenden) è il figlio su cui Jean riversa qualsiasi cosa, dall’amore alla gelosia, è il maschio che fa le veci del marito, anche (e soprattutto) nelle liti e nella competizione con le altre donne, che ovviamente Jean non tollera vicino al prezioso pargoletto (in realta’ poco più di un mentecatto). Ma la vera “onta” nella vita artistica di Jean è Mark (Richard Wilson), il figlio spastico (a dire il vero più savio del fratello “buono”) che gli è costata la carriera (bella scusa, buona per non dirsi che tanto, il successo non lo avrebbe raggiunto comunque).è dunque in Australia (ma potremmo essere ovunque) che prende piede questo improbabile psicodramma collettivo in cui tutti – e sottolineo tutti- sono fuori di testa, fusi e scriteriati. Ma procediamo.Tim si innamora della bella Jill (Emma Booth), che almeno inizialmente pare solo volergli saltare addosso, in un impeto da “asse da stiro in calore“, come si definisce saggiamente lei. Non si capisce cosa leghi i due ragazzi e cosa questi abbiano in comune, a parte un labile rapporto col sesso e con la rispettiva fisicita’ (frequenti i tentativi falliti di consumare l’amplesso). Ovviamente Jean non tollera l’intrusione della fanciulla nella loro fortificata e consolidata vita, arroccata intorno alla prima donna dello show, che non ammette furti di attenzione.    All’aumentare dell’astio e delle nevrosi di Jean, l’attrazione di Tim nei confronti di Jill subisce un fatale e proporzionale incremento (Sheakespeare insegna che solo l’amore osteggiato brucia davvero), e i ragazzi insistono (in maniera snervante e surreale) nell’imporsi alla matriarca, benché questa denunci palesemente tutto il suo rigurgito anti chiunquealtro. La sceneggiatura vivacchia di suggestioni anni ’60 e si decompone in dialoghi ed intenzioni sconclusionate, a meta’ fra Obsession di  Jonathan Darby (una madre follemente gelosa del pargolo d’oro) e un qualunque dozzinale film Tv che narri le gesta (miserrime) di una sconosciuta artista di fama mondiale. Il tutto peggiora se si pensa che, dopo due ore di angherie inferte alla nuora “culosecco“, di punto in bianco Jean decida di smettere e redimersi…pof! Come se nulla fosse : “Entra anche tu nell’abbraccio di famiglia, Jill“, e Jill, che è più fessa del fidanzato, si inserisce, fiera di aver conquistato la recalcitrante strega, che per sugellare il patto d’affetto con la futura parente le confida perfino che ” dieci minuti fa Tim aveva cinque anni. Pensavo che ci rimanesse ancora un po’ più di tempo!”Ecco tutto. Una donna(ina) desiderosa di attenzioni esclusive da parte del figlio “giusto”, che dopo una nottata di bagordi in cui ha radunato intorno a sè tutti quelli che la conoscono per esibirsi nel “senso di colpa show“, si sente libera e appagata, resuscitata dal terrore dell’anonimato, presso il pubblico come presso la famiglia (e le due cose, disgraziatamente, coincidono). Una pericolosa esaltazione del patetico e dei sentimenti più biechi, bassi ed egoisti, che il genere umano scambia sovente per amore genitoriale. In finale d’opera il cerchio si chiude con un’immagine quasi immorale: Jean soddisfatta e lieta che si esibisce al matrimonio del figlio: peccato che a renderla gaudente non sono le nozze, ma il solo e semplice  fatto di poter calcare un palco basta e avanza a riappacificarla col mondo intero.Il Matrimonio è Un Affare Di Famiglia: titolo leggero per un film molto pesante.La Frase: “Non sono una fanatica maniaca del controllo che ha bisogno della standing ovation anche quando va a pisciare!”, Emma Booth, Il Matrimonio è Un Affare Di Famiglia, 2008

Nota: di Roberta Monno
Il Matrimonio è Un Affare Di Famiglia

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